CENNI STORICI
Secondo la leggenda, Herculaneum fu fondata da Ercole al ritorno da una delle sue straordinarie imprese. Probabilmente fu conquistata dagli Osci nell’VIII secolo a.C. e successivamente dagli Etruschi, dai Greci, dai Sanniti ed infine dai Romani. Grazie alla sua posizione ed al clima mite, la città divenne uno dei più bei luoghi di riposo delle classi agiate romane, che vicostruirono le più famose ville, come la Villa dei Papiri di Lucio Calpurnio Pisone, dove si riunivano persone colte per discutere sulla filosofia di Epicuro. Il 24 agosto del 79 d.C. la città fu distrutta dall’eruzione del Vesuvio insieme a Pompei e Stabia. Da allora, per lungo tempo, non se ne ebbe più notizia. Intorno all’anno Mille si ebbe notizia di un piccolo villaggio, chiamato Resina, famoso per la chiesa più antica dell’area vesuviana, dedicata ad una Vergine nera.
Nel 1709 Carlo III di Borbone fece iniziare gli scavi della favolosa vecchia Herculaneum. E lo stesso Re fece costruire nelle vicinanze il Palazzo Reale. Subito da Napoli, capitale del Regno, cortigiani e benestanti fecero costruire palazzi e ville con vista sul Vesuvio, a nord, e sullo splendido golfo di Napoli a sud. Questa area fu chiamata “Miglio d’oro” per la sua meravigliosa architettura Rococò e Barocca. Questa magnificenza fece sì che fra l’800 ed il ‘900 Ercolano fosse inserita tra le mète del “Grand Tour”, cioè fra le località più visitate da poeti, artisti, personaggi famosi e semplici turisti.

LA CITTÀ ANTICA
Il piano urbanistico della antica città di Ercolano rivela origini greche e si sviluppa secondo i canoni dell’urbanistica antica. La sua struttura è a scacchiera regolare, come quella della vicina antica città di Neapolis e segue lo schema tipico di Ippodamo da Mileto: tanti lotti abitativi detti insulae, delimitati da strade principali, dette decumani, che intersecano strade minori dette cardini. I decumani sono paralleli alla costa e conducono in genere a luoghi di scambio commerciale e di importanza civile; i cardini, invece, sono perpendicolari al litorale e portano verso il mare.
Gli scavi della città sepolta hanno portato alla luce soltanto parte dell’area urbana che va dal litorale verso il decumano massimo e comprende soltanto una decina di isolati, un decumanus maximus, un decumanus inferior e tre cardines, per un’area totale di circa 4,5 ettari. Si suppone che l’antica città avesse dimensioni di circa 20 ettari.
Nella zona dell’antica marina si possono vedere le mura di cinta intonacate, con le strette porte di accesso ai cardini che, attraverso delle rampe, conducono al quartiere suburbano del sobborgo marittimo. Le mura, che in alcuni tratti erano inglobate nelle abitazioni signorili che affacciavano sul promontorio, erano state costruite utilizzando grossi ciottoli di pietra lavica e pomici vesuviane. Le strade erano in genere selciate con basoli di pietra vulcanica, ma talvolta veniva utilizzata anche la pietra calcarea. Ai lati delle strade vi era un alto marciapiedi pavimentato che, in corrispondenza di case signorili, era spesso coperto da portici. Nel decumano massimo il marciapiedi, piuttosto largo, era coperto per l’intera lunghezza della via. Le abitazioni erano fornite di un buon impianto idrico e le acque venivano convogliate in un efficiente sistema fognario, ancora oggi visibile, che raccoglieva anche le acque piovane, gli scarichi delle botteghe nonchè le acque della piscina cruciforme della palestra.

VILLA DEI PAPIRI (VILLA DEI PISONI)
La Villa dei Papiri, scoperta accidentalmente nell’aprile del 1750 mentre si scavava un pozzo in Via Cecere, rappresenta uno degli esempi più importanti dell’architettura ercolanese prima dell’eruzione del 79 d.C.
Dopo aver portato alla luce una veranda semicircolare con un magnifico pavimento ad intarsio di marmi policromi, venne scoperto un peristilio con sessantaquattro colonne che circondava una piscina rettangolare. Sul bordo della piscina l’ingegnere Karl Weber, che per più di dieci anni si occupò dei lavori, trovò una vera e propria collezione di opere d’arte, oggetti e sculture in bronzo e marmo che oggi vengono custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in un’ampia sala dedicata esclusivamente ai ritrovamenti della Villa dei Papiri.
Gli scavi borbonici, eseguiti attraverso cunicoli, dopo aver raggiunto il secondo peristilio ed il corpo centrale della villa, giunsero nel lato orientale della costruzione in una piccola stanza in cui vi era una biblioteca che custodiva circa 1800 rotoli di papiri carbonizzati. La difficoltà di svolgere i papiri per leggerli ne ha causato la parziale distruzione. Svolti in un primo momento dal Paterni e poi dall’abate genovese Antonio Piaggio, che aveva inventato una ingegnosa macchina simile ad un telaio per lo svolgimento, i rotoli di papiro suscitarono ben presto l’interesse di studiosi e specialisti, che fondarono l’Officina dei Papiri Ercolanesi, una officina libraria che si avvalse della collaborazione di interpreti, svolgitori, lettori, disegnatori ed incisori. Ancora oggi i papiri sono oggetto di studio da parte di filologi e storici del pensiero antico; ne restano circa 800 che devono essrer tuttora srotolati e letti. La maggior parte dei papiri recuperati è scritta in greco, ad eccezione di una ventina di rotoli scritti in latino. Essi contengono trattati di filosofia epicurea, in gran parte del suo esponente Filodemo di Gadara,per cui si è supposto che la villa appartenesse a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, amico e protettore del filosofo e suocero di Giulio Cesare, nonchè console nel 58 a.C. Gli scavi della villa furono terminati poco dopo il ritrovamento della bibliotecae, dopo il 1765, tutte le gallerie ed i pozzi furono di nuovo chiusi. Ripresi nel 1985, gli scavi sono ancora in corso.

DA VEDERE
Scavi archeologici; Parco Nazionale del Vesuvio con storica sede dell’Osservatorio Vesuviano; Miglio d’oro: Villa Campolieto, Villa Ruggiero, Villa Favorita, Villa Aprile, Villa Signorini, Villa Arena, Villa Durante, Villa Valminuta, altre ville storiche dell’’800 e del ‘900; Basilica di S.Maria a Pugliano; Chiesa di s.Maria del Pilar; seicentesca chiesina del Salvatore al Vesuvio; Chiesa di Sant’Agostino; Chioesa di S. Caterina; storico mercato degli abiti usati; Parco inferiore di Villa Favorita e giardini delle Ville Vesuviane.

EVENTI E MANIFESTAZIONI
Febbraio: Carnevale con i disabili; luglio: Festival del Folclore; agosto: Festaival delle Ville Vesuviane; agosto: Festa patronale di S.Maria a Pugliano; settembre: cerimonia nel 3° Santuario Marino d’Italia (Madonna del subacqueo e dei pescatori); settembre: sagre dei prodotti tipici vesuviani; ottobre: storico “Volo dell’Angelo” per festeggiamenti in onore di San Vito; dicembre: Natale ercolanese.

PRODOTTI TIPICI
Pomodorini del Vesuvio, albicocche. Vini: Lacrima Christi, Catalanesca, Caprettone.

ARTIGIANATO
Lavorazione cammei e coralli, lavorazione pietra lavica, lavorazione pelletteria e pellicceria, restauro mobili, coltivazione fiori.

COME RAGGIUNGERLA
Autostrada A3 Napoli-Salerno, uscita Ercolano.
Ferrovia Circumvesuviana, stazioni di Ercolano Scavi ed Ercolano Miglio D’Oro.

INFO TURISMO
Tel. 081 7881243
sito: www.comune.ercolano.na.it