COMUNI CONSIGLIATI

CENNI STORICI

NAPOLI2Napoli ha origini antichissime, che risalgono al V secolo a.C., quando coloni della Magna Grecia fondarono Neapolis. In questa zona esisteva già dal VII secolo a.C. Partenope, un insediamento dei Rodii cui venne dato il nome della più bella delle sirene il cui corpo sarebbe stato ritrovato sul litorale. I due insediamenti si fusero in un’unica città. Nel 290 a.C. passò sotto la dominazione romana, divenendo così, oltre ad un sito strategico per la dominazione del Mediterraneo dal punto di vista militare e commerciale, un importante centro culturale celebrato da tutti i maggiori poeti del tempo. Mantenne, tuttavia, un’amministrazione propria ed una forte impronta greca nella lingua, nei costumi e nelle tradizioni. Della struttura greco-romana è tuttora visibile nel centro storico la pianta urbanistica, costituita dai tre decumani principali che lo percorrono da est ad ovest, intersecati perpendicolarmente dai cardini.
Nel VI secolo d.C. Napoli fu possedimento dei Bizantini. Nel 1139 fu occupata dal normanno Ruggero II ed aggregata al Regno di Sicilia, uno degli Stati più brillanti nell’Europa dei secoli XII e XIII. Nel 1194 passò agli Svevi, sotto lo scettro di Enrico VI prima e poi di Federico II, fondatore nel 1224 dell’Università che porta tuttora il suo nome. La conquista angioina del 1266 segnò per Napoli l’inizio di un periodo di grande evoluzione; infatti Carlo I la istituì capitale del Regno, e presto divenne anche la capitale culturale del Mezzogiorno d’Italia. Inoltre Carlo I ed i suoi successori rivestirono Napoli di opere monumentali. Il prestigio della città si rafforzò ulteriormente con gli Aragonesi, che ressero il Regno di Napoli fino al 1503, quando venne ridotto a vicereame alle dirette dipendenze della Spagna. Il lungo periodo dei vicerè spagnoli determinò il degrado delle condizioni sociali di Napoli e fu segnato da avvenimenti drammatici: l’eruzione del Vesuvio nel 1631, la rivolta del 1647 capeggiata da Masaniello, la peste ed il terremoto nel 1656. Questi fenomeni determinarono demolizioni e speculazioni tali che Carlo Celano scriveva nel 1692 che gli architetti di quel tempo fecero più danni del terremoto. Occupata dagli Austriaci nel 1707, nel 1734 la città fu assegnata con il Regno a Carlo III di Borbone, primo sovrano di una dinastia che, con le interruzioni della Repubblica Partenopea e dei regni di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, regnò fino al 1860.
Dall’Unità d’Italia le condizioni di Napoli si aggravarono per il colera del 1884, per i problemi socio-economici ereditati dal passato, per i bombardamenti del 1943 ed il terremoto del 1980. D’altro canto vigorosi segni di vitalità e di rinascita hanno spinto la città verso il recupero della condizione di “grande, luminosa e gentil città” di cui aveva scritto Giambattista Vico.

DA VEDERE
Sono cinque le aree urbane nelle quali sono presenti i più importanti monumenti ed i luoghi di maggiore interesse di Napoli.
La prima è quella compresa tra le piazze del Municipio e del Plebiscito e Via Toledo. In questa zona si trovano il Maschio Angioino (o Castel Nuovo), fatto costruire nel 1279 da Carlo I d’Angiò come reggia angioina e riedificato da Alfonso d’Aragona nel ‘400; il Teatro San Carlo, tempio della lirica napoletana, inaugurato da Carlo III di Borbone nel 1737; il Palazzo Reale, iniziato da Domenico Fontana ai primi del ‘600 e restaurato ed ampliato nei secolo XVIII e XIX; il palazzo in stile barocco Carafa di Maddaloni.
La seconda area si accentra intorno ai tracciati dell’impianto urbanistico greco-romano, dove spiccano la quattrocentesca Porta Capuana e Castel Capuano, antica reggia normanna adibita a tribunale dal 1540. In quest’area vi sono molte chiese belle e famose: Sant’Anna dei Lombardi, del 1411, con importanti sculture dei secoli XV e XVI; il Gesù Nuovo, del 1584-1597, con i portali realizzati in pietra di Teggiano quando era Palazzo del Principe Sanseverino, Signore di Teggiano; Santa Chiara, di impianto gotico del 1310, molto nota per il retrostante chiostro settecentesco delle Clarisse; San Domenico Maggiore (1283-1324), tra le più ricche di opere d’arte, ove spiccano gli affreschi di Pietro Cavallini e l’altare di Cosimo Fanzago; San Gregorio Armeno, del XVI secolo con facciata del ‘700 ed uno splendido soffitto ligneo del tardo ‘500; il Duomo (1608-1637), complessa struttura architettonica del due-trecento, con la Cappella di San Gennaro; San Giovanni a Carbonara, costruita nel XIV-XV secolo e divenuta luogo di sepoltura degli ultimi angioini; Santa Maria Donnaregina, le cui strutture del XVIII secolo inglobano una bella chiesa trecentesca.
La terza area è quella dove si trovano due musei molto importanti: quello Archeologico, che custodisce, tra l’altro, le raccolte di reperti di Pompei ed Ercolano e la sezione di antichità con la celebre collezione Farnese; e quello ospitato nel settecentesco Palazzo Reale di Capodimonte che conserva la sezione pittorica della collezione Farnese, con capolavori di Giambellino, Lorenzo Lotto, Tiziano, Correggio, Parmigianino, Annibale Carracci e Pieter Bruegel.
La quarta zona è quella collinare del Vomero, con il Castel Sant’Elmo del XVI secolo ed il Museo di Storia e arte di San Martino, ospitato nella Certosa omonima, costruita tra il XIV ed il XVII secolo.
La quinta area è quella costiera di sud-ovest, con il borgo di Santa Lucia, l’antico Castel dell’Ovo, che fu luogo di prigionia di Corradino di Svevia, la Via Caracciolo e le zone di Mergellina, Posillipo e Marechiaro, immortalate dai vedutisti dei secoli XVIII e XIX.
Nel 1995 il centro storico di Napoli è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

COME RAGGIUNGERLA
In auto: Autostrade A1, A3, A30 uscita Napoli.
In treno: Ferrovie dello Stato, stazione di Napoli. In aereo: aeroporto di Capodichino.

INFO
www.comune.napoli.it

FOTOGRAFO – Giovanni Russo